Terzo grado – Massimiliano Caldi

Terzo grado – Massimiliano Caldi

La qualità che preferisce in un musicista?

Rigore assoluto e fantasia interpretativa.

Quale pezzo sta studiando?

Cavalleria Rusticana di Mascagni e Mefistofele di Boito.

Il momento ideale per dirigere?

Pensavo alla sera, invece al mattino.

Il suo stato d’animo attuale?

Presto agitato.

Il primo ricordo legato alla musica?

A cinque anni, la scoperta del pianoforte in una villa antica.

Il tratto principale del suo carattere?

Dicono che so fare squadra.

Un valore in cui crede?

La riconoscenza.

Che cosa farebbe se non fosse un musicista?

Il regista.

Il complimento più bello che ha ricevuto?

Mia figlia Olivia mi ha dato “dieci e lode” in generosità.

Un rito scaramantico prima del concerto?

The caldo al limone e cioccolato al latte.

Come si tiene in forma?

Agitandomi sul podio.

Una pazzia che ha fatto per la musica?

Tentare di forzare le porte della sala Verdi di Milano per ascoltare Pollini.

Il suo cavallo di battaglia?

Ultimamente la Sinfonia del Nabucco di Verdi.

Il concerto più riuscito?

La Salomé di Richard Strauss nel 2007 a Martina Franca.

Il migliore amico nel mondo della musica?

Il pianista Massimiliano Trombini.

Se avesse qualche milione di euro?

Costruire una sala da concerto.

Il suo strumento preferito?

Il pianoforte.

Un compositore sopravvalutato?

Salvatore Sciarrino.

Un compositore da riscoprire?

Pietro Mascagni.

Il più grande musicista di tutti i tempi?

Beethoven.

Una giovane promessa da tenere d’occhio?

Il direttore d’orchestra di Rovereto Simone Zuccatti.

La capitale mondiale della musica?

Vienna.

La migliore acustica del mondo?

La Sala Grande della Filarmonica di San Pietroburgo.

Se potesse vivere in un’altra epoca?

Gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.

L’ultimo concerto che ha ascoltato?

Le Voci bianche della Scala, dove canta mia figlia Valentina.

Il disco che ha sentito più spesso?

Il Concerto n.1 per pianoforte e orchestra di Ciaikovski con Berman/Karajan.

Come definisce il suo rapporto con la musica?

Attivo.

La sua canzone preferita?

Mi ritorni in mente di Mogol/Battisti.

Il piatto?

Pizza margherita.

La bevanda?

Acqua gassata.

La città in cui vorrebbe vivere?

Siena.

Tre spartiti da portare sull’isola deserta?

Imperatore di Beethoven, Rigoletto di Verdi e la Patetica di Ciaikovski.

Che cosa guarda in televisione?

Niente.

Il film musicale più bello?

2001 Odissea nello spazio.

Il brano più sexy?

Rapsodia spagnola di Ravel.

Il più divertente?

Bajka di Moniuszko: da sentire!

Il più rilassante?

Il secondo movimento del Concerto per violino di Ciaikovski.

Un aggettivo per definire la musica classica?

Avvolgente.

Quando si è sentito fiero di essere un musicista?

Alla fine di ogni concerto, comunque vada.

Quando invece se ne è vergognato?

Da bambino, alla fine del mio primo saggio di pianoforte.

Il mezzo di trasporto preferito?

Il treno.

La prima cosa che mette in valigia?

La camicia del frac.

Che cosa apprezza degli amici?

La memoria dei ricordi comuni.

L’ultima volta che ha pianto?

Quando è mancato il padre di mia moglie Adriana.

Il suo sogno di felicità?

Diventare una persona serena.

L’errore che non rifarebbe?

Alcune scelte interpretative estreme.

La sua frase preferita?

“Conosci te stesso”.

Ha l’orecchio assoluto?

No, ma misto applicando.

Il periodo più lungo in cui è rimasto lontano dalla musica?

In un modo o nell’altro la musica è sempre lì.

Il posto più strano in cui ha diretto?

In un deposito di locomotive a Bussoleno, Torino.

di Alice Bertolini

Fonte: Suonare News

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