La Filarmonica Baltica Polacca, diretta dalla bacchetta di Massimilano Caldi, ha suonato per la seconda volta in questa stagione presso la sua sede. Le star della serata sono stati i solisti provenienti dall’Italia: il pianista Maurizio Baglini e la violoncellista Silvia Chiesa.

Il Secondo Concerto per pianoforte in Sol minore di Saint-Saens nell’interpretazione di Baglini scintillava con vari colori. Al solista la composizione non ha creato nessuna difficoltà, operando con un’ottima professionalità e immaginazione musicale. Ha affrontato i tempi veloci e il grande virtuosismo del brano con un’eccezionale leggerezza. Di fronte al pianista l’orchestra ha suonato, purtroppo, leggermente al di sotto delle sue possibilità, anche se, bisogna ammettere, la sua parte non era facile è stata composta in modo abbastanza atipico: appaiono tante sospensioni, dialoghi tra l’orchestra e il solista che portano a pensare quasi ad un dialogo teatrale.

Il seguente brano della serata è stato suonato meglio dalla PFB. Nel Primo Concerto per violoncello in La minore di Saint-Saens, Silvia Chiesa ha trascinato con se tutta l’ensemble, suonando con una profonda, ricca, colorata ed eccezionale tecnica. Bisogna lodare soprattutto il gruppo degli strumenti a fiato, che ha gestito il suo ruolo, molto importante in questo brano, in maniera impeccabile.

Nella Sinfonia in Re minore di César Franck, Massimiliano Caldi ha guidato l’ensemble con sorprendente distensione ed attenzione. Si sono potuti ascoltare un flusso emotivo ed un ampio fraseggio che davano ancora più fascino allo stile della composizione di Franck. Forse è mancata solo un’adeguata guida alla narrazione. Si è potuto avere l’impressione che i musicisti si concentrassero solo su quello che stessero suonando in quel determinato momento dimenticandosi dove stava andando la musica. Questo, purtroppo, è un punto debole di tante orchestre che devono eseguire un’estesa e non facile sinfonia.