Quell’ultima notte di Ariosto in un labirinto

Quell’ultima notte di Ariosto in un labirinto

La stagione lirica del Teatro Municipale si è conclusa con successo con l’opera moderna “Notte per me luminosa”

Può essere “luminosa” l’ultima notte di vita di un uomo? Forse sì , se l’uomo di cui stiamo parlando è lo scrittore emiliano Ludovico Ariosto, vissuto nella prima metà del XVI secolo e se in quell’ultima notte “incontra” i principali protagonisti del suo poema-capolavoro “Orlando Furioso”, che si materializzano e prendono vita. E ancora, se l’autore di quest’ipotetica ed immaginaria “notte luminosa” è il musicista e scrittore Dario Oliveri, se il regista dello spettacolo è Italo Nunziata e l’autore delle musiche è il compositore Marco Betta. Ludovico Ariosto e l’”Orlando Furioso” sono stati l’argomento di “Notte per me luminosa” che venerdì sera è andata in scena al Municipale quale appuntamento conclusivo, realizzato in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Modena e il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, della stagione lirica allestita dalla Fondazione Teatri di Piacenza.

Testi di Dario Oliveri
Lo spettacolo, ideato per celebrare la ricorrenza dei cinquecento anni dalla pubblicazione della
prima stesura del poema cavalleresco dell’Ariosto (1516, quando il poeta emiliano era al servizio del cardinale Ippolito d’Este), è stato costruito, come si diceva, sui testi di Dario Oliveri, che si è immaginato l’ultima notte di vita di Ariosto (come dicono le fonti storiche, lo scrittore morì a Ferrara il 6 luglio 1533, a 59 anni) che per tutta la vita fu ossessionato dalla scrittura e riscrittura del “Furioso”, di cui, appena un anno prima di morire, aveva pubblicato la terza e ultima revisione. Ed è stato proprio partendo dai personaggi principali del poema (Orlando, Angelica, Medoro e Astolfo) che Oliveri ha realizzato i testi dello spettacolo, tratteggiandone
sulla scena gli episodi più significativi: la fuga di Angelica, l’amore tra questa e Medoro, la follia di Orlando e il viaggio di Astolfo sulla Luna, alla ricerca del “senno” perduto dal compagno guerriero. E qui vogliamo tributare un primo plauso all’eleganza e alla sintetica aderenza al racconto dei versi composti da Oliveri (che, intervenuto assieme al regista e al compositore poco prima dello spettacolo, ha anticipato al pubblico i contenuti della rappresentazione):
“moderni” e “antichi” allo stesso tempo, raffinati, comunicativi e quanto mai efficaci nel
sintetizzare in poche “scene” i sentimenti dell’Ariosto nei confronti della sua opera e nel descrivere psicologicamente i quattro personaggi protagonisti.

Musiche suggestive
L’abbinamento con il “labirinto” scenico ideato da Nunziata, con i costumi di Mariangela Mazzeo
e le suggestive musiche di Marco Betta ha poi fatto il resto, regalando al pubblico del Municipale
uno spettacolo meritevole e degno di nota, grazie anche alle valide interpretazioni dei numerosi
protagonisti, frutto della sinergia tra i vari enti coinvolti nel progetto. La “notte luminosa” che ha
brillato al Municipale è infatti stata realizzata grazie alla collaborazione con il nostro Conservatorio “Nicolini”, che attraverso alcuni dei propri docenti, allievi ed ex allievi ha contribuito non poco alla “mise en scène” dello spettacolo. L’ultimo plauso va infatti tributato
agli interpreti: all’attore Corrado Calda (un Ariosto intenso e convincente), alle voci soliste di
Federica Pecorari (Angelica), Francesca Sartorato (Medoro), Ernesto Petti (Orlando), Paola Lo
Curto (Astolfo) e Juliusz Loranzi (il Pastore) e ai sette bravissimi musicisti dell’Ensemble Contemporaneo del Conservatorio Nicolini “Collettivo_21”: Irene Barbieri al violino, Diego Romani alla viola, Marco Decimo al violoncello, Daniele Nava al pianoforte, Lorenzo Di Marco al flauto traverso, Lorenzo Moretto al sax soprano e Tommaso Franguelli alle percussioni. Il tutto diretto dal bravissimo e fondamentale Massimiliano Caldi.

Mauro Bardelli

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